Oggi voglio darti la mia personale recensione del libro “La Bibbia dell’InfoBusiness” di Mik Cosentino.
E’ un bel “mattone” di circa 350 pagine che ho finito di leggere in 4 serate: non pensiate che io sia una persona che legge molto velocemente, ma questo è stato possibile perché 1. il libro si fa leggere da solo; 2. si nota che è stato scritto da una persona che scrive da anni sul web.
Ci sono molti titoletti ed evidenziature che fanno capire di che cosa si va a parlare e, quindi, se si vuole saltare un paragrafo, si può fare e passare direttamente a quello successivo. Come nella scrittura sul web, ci sono delle parole “boldate” (cioè in grassetto), cosa che nei libri normali non c’è: questo mi è piaciuto molto.
Ci sono anche i punti elenchi (i famosi bullet). Comunque, a parte l’aspetto grafico ed il fatto che sia molto schematico e sembri di leggere una pagina web, il libro è fatto molto bene.
All’inizio, come tutti i libri in cui si parla di benessere finanziario, infobusiness, infomarketing, web marketing, fare soldi con Internet, si parte con “la vita è forse fatta per lavorare dal lunedì al venerdì, prendere una boccata d’ossigeno nel weekend e continuare così per 40 anni o 50 anni?”.
Non so se questo sia fatto per “fare volume” ma, in pratica, la prima parte del libro spiega come la vita potrebbe essere più bella rispetto a come uno la vive normalmente: le solite cose che si trovano scritte in libri come questo. Se sei già aldilà di questo step e hai capito già questi meccanismi, allora salti questo passaggio e vai direttamente alla pagina 140.
Ci sono una marea di belle informazioni scritte molto bene. Michele, all’interno di questo libro va a dare la sua esperienza, oltre che fornire varie testimonianze di alcuni suoi lanci che sono andati bene piuttosto che male.
Presenta, all’interno del libro, passo dopo passo, le azioni che gli hanno fatto incrementare il business. Ad esempio, nel lancio di un infoprodotto, con una lista email di 3000 contatti, ha fatto solo due vendite.
Poi facendo delle modifiche, la settimana dopo, ha fatto 100 vendite. E tutti questi numeri ti fanno capire come una semplice modifica può cambiare le sorti del tuo business.
Scala del valore
C’è una parte dedicata alla Scala del Valore dell’Accademia Network Marketing perché Mik Cosentino è un networker e, fra i tanti business attivi che ha, c’è anche questo, in cui spiega come diventare un networker professionista.
A tal proposito, a pagina 208 c’è questa scala del valore (una piramide): lui dice che in ogni business bisogna avere una scala di valori dove, a livello base, si attira qualcuno e si da qualcosa gratuitamente (un video, un pdf oppure un video ed un pdf) tramite un’inserzione su Facebook (o in altro modo).
Al gradino superiore c’è un webinar (che di solito lo si mette fuori ad un prezzo basso) e devi riuscire a raccogliere contatti e potenziali clienti (lui lo faceva pagare 9 euro), dopodiché facciamo tutti gli upsell del caso.
Poi ci sono una serie di prodotti: da 197 euro, da 497 euro, uno che va dai 3000 ai 16000 e poi, alla fine, c’è il coaching di 1000 euro l’ora.
Inizialmente lui non aveva questa scala di prezzi ma solo il video gratis e poi ti proponeva, dopo una serie di video gratuiti, di accedere al video corso del valore di 197 euro.
Da questo meccanismo, ricavava 600 euro e spendeva 500 euro pubblicitari: il profitto era quindi di 100 euro (non era male ma su internet si può andare molto più veloci rispetto a fare 100 euro di profitti in 30 giorni). Poi c’è stato il cambiamento: video gratis, webinar per 9 euro, upsell al costo di 197: da lì in poi le cose sono andate molto meglio.
Ci sono, quindi, tutti i dati nello specifico: questa è la cosa che mi è piaciuta tanto.
Perché, anziché parlare e scrivere solo concetti teorici, ci sono le testimonianze con i numeri, quanto tempo ci ha messo, quanto ha speso in pubblicità, quanto ha ricavato e, quindi, puoi farti un’idea di tutto. Ci sono anche altre sezioni dedicate al funnel, a come si costruisce una sales letter, a come si fa un buon opt-in.
Un’altra sezione per me è stata illuminante: quando hai ricevuto la mail di un cliente, ad un certo punto gli devi mandare delle mail in cui “regali” dei video gratuitamente e poi, devi offrire e vendere un servizio a pagamento e, proprio nel libro, ci sono una serie di mail scritte da Mik Cosentino da cui prendere spunto.
Solitamente si danno tre video gratuiti (a distanza di uno o due giorni uno dall’altro) e poi, nella quarta mail, proponi il corso. Qui addirittura Mik Cosentino programma 9 mail (questo chiaramente è un vantaggio perché, più email mandi, più hai la possibilità di convertire ma, allo stesso tempo, hai più possibilità di perdere gente che, magari si disiscrive dalla tua lista perché gli stai troppo addosso).
Comunque tutti i passaggi sono spiegati bene nel libro. La cosa che invece non è spiegata proprio in maniera esplicita sono gli strumenti che utilizza Mik Consentino. Ad esempio l’autoresponder utilizzato o cosa utilizza per fare le landing page.
Se leggi il libro, ad un certo punto si parla di ClickFunnels, quindi se una persona è già nell’internet marketing, sa cos’è. Se uno non lo conosce, non capisce cose sia e non sa che è un sito che ti permette di fare tantissime cose utili per il tuo business.
Tutto è spiegato nei minimi dettagli e questa è la cosa che mi ha colpito di questo libro. Infatti, a differenza di tanti altri libri in cui ti spiegano una serie di concetti e sono sempre molto campati in aria, nel libro di Mik Cosentino ci sono numeri, prove, testimonianze, fallimenti.
Infatti, si può trarre molto dalle esperienze degli altri per evitare di fare gli stessi errori e andare dritti al tuo obiettivo.
Ecco una serie di difficoltà che ho incontrato entrando nel mondo del guadagno online e che, molto probabilmente, hai incontrato o stai incontrando anche tu, se hai intrapreso questo percorso.
Innanzitutto, le difficoltà che ho incontrato prima di entrare nel mondo del guadagno online, sono state:
Si guadagna davvero?
Quando entri in questo mondo, solitamente ci entri perché ispirato da qualcuno che parla delle possibilità di guadagno online. Solo che questo qualcuno, non solo in Italia ma anche all’estero, ha dei modi di fare discutibili, tanto da non ispirarti fiducia.
Da spettatore inizi ad avere dubbi se quello che ascolti sia vero o meno e ti chiedi se, invece, tutte quelle belle parole non siano dette solo per venderti qualcosa. Questi dubbi ti tormentano fino a quando non riesci a realizzare la tua prima vendita online e provi sulla tua pelle che effettivamente puoi guadagnare online.
Non puoi parlare con i tuoi amici
Inteso come qualcuno in grado di comprendere quello che stai facendo.
Questo accade perché nessuno dei tuoi amici ha intrapreso questo percorso ed è interessato come te alla possibilità di guadagnare online oppure non capisce pienamente le potenzialità di Internet.
Molti nostri coetanei si trovano in questa situazione così come anche molte aziende, famose ed importanti, che non sfruttano tutte le potenzialità di Internet e del Web Marketing.
Personalmente, lavorando nel mondo musicale/pianistico, so che molte aziende del mio settore non sanno nulla di Web Marketing.
In definitiva, un ostacolo che potresti incontrare è proprio quello di non avere amici con cui confrontarti e valutare la fattibilità del tuo progetto online.
Ci sono gli scettici
Spesso rivolgendoti ai tuoi familiari può capitare che ci sia scetticismo in merito alla questione del guadagno online e che quindi ti consiglino di cambiare strada.
Infatti, finché una persona non capisce che effettivamente quel sistema può fruttare denaro, cerca di demolirlo, bocciarlo e metterti in guardia da possibili delusioni, fallimenti o perdite di tempo.
In realtà, qualsiasi sistema (quindi anche il Network Marketing) può funzionare o non funzionare.
Può funzionare se sei una persona determinata e sfacciata, se parli alla gente, se non ti fai problemi a vendere ai tuoi amici, se continui a conoscere gente nuova, se viaggi molto, se allarghi la tua rete anche all’estero e per tanti altri motivi.
Così però sembrerebbe che il Network Marketing vada bene per tutti… Anche io tanti anni fa ho provato il Network Marketing ma mi sono subito reso conto che non faceva per me.
Anche durante le serate di presentazione, sembra tutto facile e bello ma poi quando ti metti veramente in gioco e affronti la realtà, capisci se quella strada fa davvero al caso tuo e soprattutto se ne hai veramente bisogno.
Comunque, inizierai a toglierti i primi dubbi solo quando inizi a vedere i primi risultati. Innanzitutto, ci sono tanti modi di guadagnare online.
Ma cosa significa guadagnare online?
Di certo non intendo i trucchi e i mezzucci per racimolare pochi centesimi o pochi euro compilando sondaggi, cliccando su banner a rotazione o ancora iscrivendosi a dei canali dietro ricompensa.
Infatti, questo non è guadagnare online!
Guadagnare online significa qualcosa di più serio: impostare un progetto, un business o vendere un infoprodotto.
Capisci che il sistema che hai messo in piedi funziona quando inizi a vedere i primi risultati come ad esempio una vendita al mese, un iscritto alla tua membership al mese e poi man mano sempre di più, fino a che inizia ad esserci costanza.
Ti rendi sempre più conto che quel sistema potrebbe funzionare ancora meglio e ingranare ancora di più, se solo tu avessi gli strumenti e le capacità per affinare il tutto.
Ma quali sono gli strumenti per moltiplicare i guadagni e per acquisire clienti più velocemente?
C’è confusione anche su Internet per rispondere a questa domanda, perché il web è pieno di video corsi online a basso prezzo o di fantomatici esperti che in realtà si rivelano una delusione.
Queste sono le vere difficoltà: non riuscire a trovare un punto di riferimento che spieghi dettagliatamente i passi da compiere per andare avanti e fare il salto di qualità.
Il modo migliore per capire tutto questo, a mio parere, è fare una consulenza a tu per tu con un valido esperto. Infatti, non sempre i videocorsi sono realizzati su misura per te, in base al tuo percorso o al tuo livello. E per questo potresti aver bisogno di una consulenza a tu per tu con un esperto per valutare il tuo caso specifico: il consulente, infatti, ti da le dritte giuste e ti fa procedere veloce e spedito.
Anche se lo paghi profumatamente, saranno soldi ben spesi e che ti torneranno alla prima vendita.
Perché tutto parte da questa regola essenziale: per guadagnare online bisogna essenzialmente vendere! Prima si capisce questa cosa, meglio è.
Purtroppo, e questo lo so bene anche io, siamo stati molto influenzati dal mondo di Google AdSense. Il vero boom di Google AdSense c’è stato intorno al 2009 quando, Robin Good, sostenne di esser stato il primo italiano ad aver guadagnato un milione di euro con questo servizio.
Il meccanismo era semplice: bastava inserire delle piccole pubblicità sul tuo sito e, ogni qualvolta la gente ci cliccava sopra, tu guadagnavi.
Io stesso ho aperto centinaia di siti e tantissime nicchie per testare tutto questo, valutando le pubblicità più redditizie a seconda della tipologia di nicchia su cui erano basati questi blog.
Però poi mi sono reso conto (e tanti altri con me) che con Google AdSense per guadagnare anche solo pochi euro, c’era bisogno di un grande traffico e tanti click: insomma, tante cose per avere pochi risultati soddisfacenti.
Invece, se vendi qualcosa che hai realizzato tu, ad esempio a 9,90 €, anche se lo acquista una sola persona, ti permette di guadagnare in meno tempo rispetto a Google AdSense. Assodato che la svolta la fai davvero quando inizi a vendere, la domanda è ora: cosa vendere?
Questo lo devi decidere tu.
Ad esempio, la mia nicchia è il settore pianoforte e la musica. Nel mio campo, ho notato che funziona molto bene la vendita di spartiti musicali perché la gente vuole suonare ma magari di quel brano famoso non esiste lo spartito o non esiste quello facilitato per il proprio livello.
Quindi, si può trascriverlo, crearlo, riarrangiarlo e così via.
Se in un video ci sei tu a suonare il pianoforte e dai la possibilità di scaricare lo spartito iscrivendosi, realizzi delle vendite in modo facile: quindi il sistema funziona. Diventa così un business, esponenziale e automatico, che funziona e puoi continuare in questo percorso.
Un altro aspetto affascinante è quando inizi a testare nuove nicchie.
Infatti, quando inizi ad avere i primi risultati in una nicchia, ti chiedi se sia possibile creare qualcosa di affine in una nuova nicchia.
E’ possibile fare questo?
Nel 2011- 2012 ho aperto altre nicchie. I due settori che ancora continuo a tenere in vita e continuamente aggiornati sono questo dell’internet marketing, guadagnocolblog, e il canale dedicato agli scacchi, mattoscacco.
Aggiorno costantemente con nuovi contenuti di valore (video, articoli, post, promozioni, landing page, offerte) il blog, YouTube, Facebook e così via.
In conclusione, non funziona indistintamente tutto ciò che fai ma, se imposti bene il lavoro, potenzialmente questa nicchia che ha un mercato può funzionare. Motivo per cui in Cerchia Ristretta ti insegnano un modello di business che puoi applicare a qualsiasi tipo di passione.
Queste sono state le difficoltà ma soprattutto le domande che un principiante (come me in passato) si pone all’inizio. Il segreto che ho scoperto dopo anni di esperienza e che bisogna comprendere subito è quello di vendere un infoprodotto: la scelta più proficua e redditizia.
Ho realizzato di recente un video corso per realizzare dei video corsi: come creare informazioni, racchiuderle da una parte, caricarle da un’altra, farle scaricare solo dietro pagamento, creare contenuti di valore, impostare un sistema automatico di vendita, trovare continuamente nuovi clienti e così via. Puoi trovarlo cliccando qui.
Oggi è possibile realizzare un business online senza l’obbligo di avere un blog?
Ti racconto un po’ della mia esperienza: io ho cominciato a fare web marketing, quindi ad essere visibile online e su YouTube, dal lontano 2009.
Sul canale Guadagnocolblog ho iniziato nel 2011 ma, nel 2009 ho aperto il mio canale sul pianoforte: i miei primi video erano girati con una videocamera obsoleta (erano gli inizi e solo dopo un po’ di tempo le cose si sono evolute).
Nel 2009, per quanto riguarda il settore musicale non c’era nessun’ altro.
Io ero l’unico e, infatti, ogni mio video faceva migliaia e migliaia di visualizzazioni.
Invece, dell’online marketing c’erano più persone a parlarne.
Io, però, ero l’unico che realizzava video perché tutti gli altri scrivevano articoli o creavano contenuti scritti su di un blog.
Ero il solo ad utilizzare video per comunicare: infatti, se vai a vedere i miei primi vecchi video, noterai che hanno molte visualizzazioni perché all’epoca c’erano algoritmi diversi e c’era molta meno concorrenza.
Però qual è la cosa di cui mi vanto? (E permettimelo, perché me ne vanto davvero tanto).
È che, dal 2009 fino ad oggi, hovisto tantissimi Guru e web marketer (nel periodo 2010 – 2011 – 2012) spuntarecome funghi e, così come nascevano, così sparivano.
Mentre io sono sempre rimasto e ho sempre pubblicato con regolarità.
Questo che cosa fa capire?
Che quei Guru e web marketer che sono spuntati e promettevano l’El Dorado o cose impossibili, probabilmente hanno cercato di puntare tutto sull’online ma hanno fallito.
Se una persona, invece, è presente da più anni in un campo, due sono le cose: o non ha ritorni di nessun tipo ma lo fa comunque per passione oppure vuol dire che qualcosa gli ritorna e quindi, avendo dei ritorni, continua a fare quello che fa.
Un altro piccolo trucco che ti voglio svelare (chiamiamolo così) è che quando vedi delle sponsorizzazioni su Facebook, sempre delle stesse persone, non insultarlo o “imprecare” contro di lui!
Infatti, quando vedi una pubblicità, questa è già sinonimo di un’attività o di un “qualcosa” che funziona.
Come si fa a capire che una cosa funziona?
Se vedi delle pubblicità continue, vuol dire che quella persona che fa la pubblicità, da quella pubblicità rientra dell’investimento che ha fatto.
Altrimenti non continuerebbe a spendere centinaia o migliaia di euro per farle: è proprio grazie a quelle pubblicità, probabilmente, che va ad alimentare un business.
Quindi, quando vedi le pubblicità continue di una certa persona, quello è un chiaro segnale che quella “cosa” sta funzionando.
Comunque, tornando al 2009, tutti avevano un blog perché era lo strumento principale per comunicare.
Invece, erano pochissimi che utilizzavano i video (YouTube) come mezzo di comunicazione, anche perché c’erano tecnologie obsolete e trovare strumentazione di qualità e a basso costo era difficile.
Avevamo tutti un blog, perché il blog era molto seguito: mi ricordo che dicevo ai miei utenti che avrei pubblicato un post ogni due giorni e quindi i lettori che mi seguivano sarebbero dovuti venire sul blog guadagnocolblog.it ogni due giorni.
Non dico che erano gli albori di Internet ma anche i lettori italiani iniziavano ad imparare come funzionavano i motori di ricerca, come salvare un sito tra i preferiti e così via.
Quindi, questa era la strategia: scrivere contenuti interessanti sul blog con una certa frequenza, il lettore “immagazzinava” quel dato blog (nel mio caso, guadagnocolblog.it) e ogni tot. di giorni passava per guardare il nuovo contenuto pubblicato.
Oggi i siti sono davvero tanti e diventa davvero difficile ricordare quale sia il dominio di un certo sito internet.
Inoltre, anche la concorrenza è spietata.
L’evoluzione, però, ha portato alla creazione di un database di email in modo tale che una persona può anche dimenticarsi chi sono, come mi chiamo o si chiama il mio blog, ma riceverà periodicamente delle mail nella propria casella di posta elettronica per essere avvisato della pubblicazione di un nuovo articolo e se è interessato, lo andrà a guardare.
Questo è stato lo step successivo fino ad arrivare ai giorni d’oggi in cui non è più necessario avere un blog (che all’epoca serviva per comunicare con le persone che ti seguivano e per pubblicare delle offerte).
Oggi, infatti, con tutti i Social che ci sono, avere un blog non è più strettamente necessario.
A questo proposito, voglio fare una distinzione fra i Social perché ci sono alcuni di questi che non sono motori di ricerca come ad esempio Instagram e Facebook in cui si può solo ricercare un’azienda o una persona ma non i possono ricercare i contenuti che quell’azienda o quella persona pubblicano.
Si possono fare delle piccole ricerche come ad esempio cercare Marco Montemagno (che, da sempre, pubblica un video al giorno su Facebook) ma, se si vuole ricercare un suo vecchio video, l’impresa sarà veramente ardua.
Mentre, ad esempio, YouTube è un ibrido perché è sia un motore di ricerca (non a caso, appartiene a Google) sia un Social network.
Quindi, se si ricorda l’argomento che trattava Marco Montemagno in un certo video, si potrà ricercare qualche parola chiave e, con molta probabilità si riuscirà a trovare il video che si cercava.
Questa è proprio la forza di YouTube!
YouTube è una piattaforma web, fondata il 14 febbraio 2005, che consente la condivisione e visualizzazione in rete di video (video sharing). Gli utenti possono anche votare e commentare i video. Sul sito è possibile vedere videoclip, trailer, video divertenti, notizie, slideshow e altro ancora
Wikipedia.
Inoltre, funge anche da Social network perché aggrega persone, crea community, permette di apprezzare o meno dei contenuti (con le funzioni like e dislike) e, oggi, consente anche la possibilità di pubblicare post scritti (è una funzionalità che va tantissimo).
Infatti, se hai un canale YouTube e ancora non la conosci, ti spiego come trovare questa funzione: saprai già che all’interno di un canale YouTube ci sono le sezioni Home, Video o Informazioni (che mostra il conteggio totale delle visualizzazioni) ma c’è anche la sezione Community, in cui si può pubblicare un post come su Facebook, solo che verrà pubblicato direttamente su YouTube e agli iscritti al canale dovrebbe arrivare una notifica oppure riusciranno a trovare quel post nella Home di YouTube, scorrendo.
Questa evoluzione ha fatto sì che il blog non fosse più indispensabile:ci sono i Social network, questi motori di ricerca, appunto, che permettono di renderti visibile, di farti ricercare e di farti ricordare.
In più, lo dico sempre, lacomunicazione video è la più semplice e la più efficace perché le persone ti vedono e si ricordano della tua faccia.
A me capita, per esempio, che si ricordino di me come di “quello che suona il pianoforte” ma non è che perché faccio il musicista come lavoro, io non possa avere altre passioni o essere interessato ad altro!
Io suono il piano, faccio il musicista di mestiere e faccio concerti ma, siccome è dal 2009 che faccio questo e mi promuovo online costantemente e incessantemente, ho accumulato in questi anni una certa esperienza che condivido, con te e con chi mi segue,all’interno del canale guadagnocolblog.
Quando ai musicisti spiego che sono la stessa persona che suona il piano e che spiega delle tecniche di web marketing, rimangono veramente stupiti.
Ecco perché ho sempre voluto tenere separate le due cose perché non puoi pensare, in Italia, di parlare di arte, che è considerate come una cosa “sacra” e di soldi che sono una cosa “profana”.
Comunque, ti ho detto tutto questo solo per farti capire ancora meglio che oggi, anche solo tramite i Social, è possibile vendere.
Ti faccio di nuovo l’esempio di Marco Montemagno (che è sicuramente uno dei più conosciuti).
Montemagno non ha un blog e, infatti, se lo ricerchi, troverai solamente qualche sales pages o squeezepage (per ottenere indirizzi email) proprio perché lui ha basato tutta la sua visibilità e il suo posizionamento essenzialmente tramite i Social.
Ha fatto per un anno e mezzo video che non hanno riscosso molto successo ma, tramite le sponsorizzazioni,piano piano è riuscito a creare la sua community, prima su Facebook e poi su YouTube e adesso sta cercando altre soluzioni.
Quando sono partito nel 2009…
Ma qual è stato il problema (che ho avuto anch’io)?
Il problema è che quando io sono partito (nel 2009) come punto di riferimento in Italia c’era Robin Good(che è ancora oggi un grandissimo comunicatore).
Robin Good si vantava di essere stato il primo italiano a guadagnare un milione di euro tramite Google Adsense: si tratta di pubblicità inserite su un blog e, in base alle visualizzazioni avute su quel blog, c’è più possibilità che qualcuno clicchi e guardi quelle pubblicità e quindi che ci sia un guadagno.
Quindi, noi della “generazione 2009-2010” del web marketing, siamo cresciuti con questa idea: creare un blog, ottenere tante visite (e quindi tanti clic) per guadagnare: solo questo era il modo per sopravvivere online.
Alla lunga si intuiva che questa strategia non era sostenibile: lo era solamente per blog molto seguiti come quello di Salvatore Aranzulla e, per un certo periodo anche il mio sito Pianosolo.it che aveva 6000 visite al giorno (oggi, per fortuna, sono anche cresciute) e che riusciva a sostenersi.
Poi c’è stata la crisi e il calo degli ingressi pubblicitari e Pianosolo non ha più ottenuto quello stesso successo, quindi ho dovuto reinventarmi, anzi, tutti abbiamo dovuto reinventarci e trovare dei metodi nuovi per monetizzare.
Che cosa era successo?
Era successo che tutti basavano la propria strategia su pubblicità esterne (come Google Adsense) senza creare nulla di fatto, senza, cioè creare alcun business.
Ci si affidava semplicemente a delle pubblicità che garantivano solo pochi centesimi a clic: questo non si poteva considerare, di certo, un business.
Quindi, una volta creata una community di gente interessata e vogliosa di seguirti, che, nel corso del tempo, si fidava di te, non riuscivi comunque a monetizzare nulla.
Molta gente chiedeva consigli: adesempio a me chiedevano di insegnare loro un certo brano o di mostrare un videotutorial di un pezzo; altri mi consideravano il miglior insegnante, pur essendo fisicamente molto distante dal punto di vista geografico.
In sintesi, tanta gente mi seguiva ma nessuno era disposto a pagare qualcosa.
Voglio precisare una cosa: anche se si tratta di un business online, non è detto che per questo abbia meno valore di un business offline.
Anche un business online è rispettabile, occupa comunque del tempo e deve generare entrate.
Nonostante non si paghi l’affitto di una struttura per la propria attività (e questo è sicuramente un vantaggio e una spesa in meno da considerare), non vuol dire che ci si debba “svendere” o lavorare gratuitamente.
In seguito, dal 2014-2015 è iniziato il business dei video corsi.
Tutti i “grandi” ne parlavano: anche Montemagno ha cominciato a pubblicizzare i suoi primi video corsi e, non voglio dire di essere stato il pioniere dei video corsi, ma anche io, insieme agli altri, avevo capito che il metodo principale per monetizzare era, appunto, quello di vendere informazioni.
E questo lo diceva anche Italo Cillo (che purtroppo non è più fra noi) e cioè “vendere infoprodotti”,che siano ebook, audio oppure, come al giorno d’oggi, video corsi, che sono lo strumento più potente.
Quali sono gli strumenti disponibili per promuovere i video corsi?
I soliti strumenti cioè il blog (che oggi non è più indispensabile), Facebook, Instagram, YouTube e sicuramente arriveranno sempre più piattaforme.
Addirittura, mi diceva un mio amico, che sua sorella è diventata una web star di Pinterest, Social network che io credevo si usasse tantissimo solo all’estero ma a quanto pare è “in voga” anche in Italia.
Questa ragazza è un’artista che dipinge ed è molto seguita.
Non conosco molto di questo Social network però ogni tanto ci capito, perché il motore di ricerca mi ci rimanda soprattutto quando ricerco degli spartiti musicali.
Quindi, ci sono tante possibilità e tanti modi di essere visibili ma bisogna sicuramente trovare i migliori e, soprattutto, bisogna trovare il modo di monetizzare questa visibilità: se il tuo video o il tuo articolo fanno un milione di visualizzazioni ma non “ti fanno entrare in tasca niente”, allora non funziona.
Quindi, spero che queste mie esperienze che ho condiviso con te, ti abbiano arricchito. Il succo è che oggi non è indispensabile avere un blog anzi, è meglio non averlo, così non dovrai nemmeno pagare quei 20 euro all’anno per il servizio di hosting!
Ovviamente sto scherzando.
Ma quello che voglio dirti è che, se hai un blog, tanto meglio, però sappi una cosa (e questo ci tengo veramente tanto a dirlo): non pensare che, una volta aperto un blog e scritto degli articoli, la gente si precipiterà su di esso perché, purtroppo, non è così.
La concorrenza è spietata e, inoltre, affinché il tuo sito inizi ad indicizzarsi sui motori di ricerca in modo organico (ovvero senza pagare), ci vorrà del tempo (mesi o anche anni).
Sugli strumenti per webmaster di Google vengono mostrate le indicizzazioni dei siti.
Se, ad esempio, vado a vedere le indicizzazioni di alcuni articoli del mio sito di web marketing guadagnocolblog.it, vedrò che alcuni articoli non si sono mai indicizzati mentre altri sono in prima, seconda o terza pagina ma per raggiungere questo risultato c’è voluto tempo e che altri blog linkassero al mio.
Solo dopo questo tempo, Google ha capito che il mio blog è un blog di valore e quindi mi ha fatto scalare la sua classifica.
In conclusione ti dico che ogni cosa ha suo tempo: se vuoi il Turbo, devi pagare.
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